Con il messaggio n.3653 del 9 ottobre, l’INPS ha chiarito che i datori di lavoro sono attualmente tenuti a considerare “malattia” solo l’incapacità temporanea a lavoro per una patologia in fase acuta che impedisca il regolare svolgimento dell’attività lavorativa. Pertanto la tutela previdenziale della malattia non è garantita dinanzi alle sole ordinanze e provvedimenti di autorità amministrative ma esclusivamente quando il lavoratore si trovi in un caso di malattia da Covid-19 certificata.
Vediamo meglio nel dettaglio tutte le situazioni.
Quarantena con provvedimento sanitario (Quarantena Sanitaria)
La quarantena è in linea generale considerata malattia e quindi dà diritto ad accedere alla prestazione previdenziale del caso. Per ottenere la copertura INPS è però necessaria la presenza di un provvedimento sanitario. Questo significa che a percepire il trattamento di malattia in quarantena sono esclusivamente i lavoratori contagiati oppure i soggetti in quarantena entrati a contatto con soggetti positivi e che sono stati certificati da una disposizione sanitaria. Il periodo non viene conteggiato ai fini del superamento del limite del comporto.
Quarantena spontanea (senza provvedimento sanitario)
Il lavoratore che teme un contagio può, autonomamente, decidere di mettersi in quarantena in via precauzionale. In questo caso però non ha diritto alla malattia, in quanto non è sottoposto a un provvedimento sanitario disposto da un’autorità competente che certifichi la presenza della malattia.
Zone rosse
Il lavoratore situato in un comune in cui è stata emanata un’ordinanza per limitare gli spostamenti o nei casi in cui l’azienda ha sede in una zona rossa, non ha diritto alla malattia. L’INPS ha chiarito che non è possibile riconoscere lo stato di malattia che spetta nei casi di quarantena e sorveglianza sanitaria disposti e certificati dalla ASL o dal medico di base. Nei casi specifici le aziende possono però ricorrere, per i propri lavoratori, alla CIG COVID o, laddove possibile, prevedere lo smartworking.
Lavoratori all’estero
Discorso analogo per i lavoratori che, per turismo o lavoro, si trovano all’estero impossibilitati a rientrare in Italia. Anche in questo caso i lavoratori in questione non hanno diritto alla malattia. Infatti, nella fattispecie, l’accesso alla tutela per malattia può realizzarsi solo tramite un procedimento eseguito dalle preposte autorità sanitarie del Paese di origine.
Lavoratori in Cig
Per il principio di prevalenza del trattamento di integrazione salariale sull’indennità di malattia, il lavoratore non ha diritto alla malattia nei casi in cui è percettore di Cassa d’integrazione, CIGO, CIGS, CIGD o di assegno ordinario garantito dai fondi di solidarietà.
Cosa succede con lo smartworking?
In questo caso il discorso è molto semplice: nei casi in cui il lavoratore in quarantena continui a lavorare da casa non avrà diritto all’ indennità di malattia. Lo smartworking è generalmente incompatibile con la malattia.
La stessa cosa succede nei casi di sorveglianza precauzionale per i soggetti fragili (art. 26, comma 2) che continuano a svolgere, sulla base degli accordi con il proprio datore di lavoro, lavoro da remoto o smartworking. Pertanto in caso di quarantena il lavoratore dovrà fermarsi dall’attività lavorativa oppure rinunciare alla malattia.
La Laurea è un momento molto atteso per gli studenti e per i loro familiari, perché decreta il passaggio dallo stato di studente a quello futuro di lavoratore. Nella maggior parte dei casi questo passaggio non è immediato e coincide con l’inizio della ricerca di lavoro, che può essere più o meno lunga in base a diverse variabili non sempre calcolabili a priori. Mettersi alla ricerca di lavoro quando ci si è appena laureati può essere scoraggiante e allo stesso tempo impegnativo. Ci sono però alcuni consigli che possiamo darti una mano per aumentare le tue possibilità di trovare lavoro dopo la laurea. Vediamoli insieme.
Il primo step è quello di verificare in che stato di aggiornamento è il tuo Curriculum Vitae. Il Cv è il tuo biglietto da visita da inviare alle aziende, tienilo sempre aggiornato con le ultime esperienze formative e lavorative. Cerca di personalizzarlo senza però esagerare. Sii chiaro e conciso e dai priorità alle tue ultime esperienze.
Ricorda di scrivere una lettera di presentazione per ogni offerta di lavoro. Evita di fare copia e incolla e cerca di essere sincero, originale. Non esiste una lettera di presentazione generica, ma il consiglio è di personalizzarla per ogni posizione lavorativa.
Ti hanno chiamato per un colloquio di lavoro? Informati sull’azienda per cui farai il colloquio e non arrivare impreparato, sii entusiasta e motivato nell’ottenere quel posto di lavoro. Non arrivare tardi, vestiti bene e, possibilmente, vai senza accompagnatori.
Il Curriculum Vitae non basta per cercare lavoro. Ci vuole infatti determinazione e chiarezza su cosa stai cercando. Non di rado capita che usciti dall’università si può essere ancora molto confusi sul proprio futuro lavorativo. A questo proposito, possono darti una mano i servizi di orientamento e counselling dei Centri per l’impiego e delle Agenzie per il lavoro. Quest’ultime, insieme ad un colloquio conoscitivo, possono prepararti un bilancio delle competenze, verificare il tuo cv e indirizzarti su offerte di lavoro o di formazione più idonee al tuo profilo.
I Career Day sono un’ottima occasione per farsi conoscere e fare dei colloqui con aziende interessate. Normalmente organizzati dalle università, sono molto frequentati dai neolaureati in cerca di occupazione. La partecipazione è gratuita.
I Recruiting Day vengono per lo più organizzati dalle Agenzie per il lavoro e dai Centri per l’impiego, che organizzano delle giornate di colloqui su determinate figure professionali. I Recruiting Day sono un’ottima occasione per trovare occupazione o in ogni caso farsi conoscere dalle Agenzie per il lavoro, sempre pronte ad offrire possibilità occupazionali.
Valutare un corso di formazione è una scelta che può ripagare a lungo termine. Se sei un neolaureato hai di fronte a te una vasta gamma di corsi di formazione che puoi decidere di fare, e la scelta a volte può essere propedeutica agli studi appena conclusi oppure no. Individua quali argomenti preferiresti approfondire o su quali vorresti specializzarti e ricorda che la formazione non si ferma appena trovato lavoro.
Molti neolaureati sperano di uscire dall’università e trovare subito il lavoro dei loro sogni o almeno un contratto a tempo determinato o indeterminato. La maggior parte delle aziende invece inseriscono i giovani in percorsi di tirocinio che, se fatti nel modo giusto, si rivelano la migliore strada per farti entrare nel mondo del lavoro. A differenza di quanto tu possa pensare, il tirocinio è una grande occasione per capire quali sono le tue potenzialità e il tuo grado di coinvolgimento in un determinato lavoro. Inoltre con il tirocinio imparerai sul campo quelle competenze trasversali che l’università non è in grado di insegnarti.
Spesso ci sentiamo dire che trovare lavoro è già un lavoro. Questo perchè la ricerca di lavoro è un vero e proprio impegno e come tale vanno rispettate alcune regole non scritte. Per cercare lavoro infatti, è importante prestare attenzione ad alcuni accorgimenti comportamentali da attuare e altri che è meglio evitare.
Ma quali sono le 5 cose da fare per cercare lavoro in maniera efficace?
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Quali le 5 cose che invece non dovresti fare quando stai cercando lavoro?
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